Da Delhi al Kashmir
Siamo partiti dalla capitale questa mattina. Delhi è stato amore a prima vista, un luogo in cui è possibile immergersi per perdersi. Tutti i contrasti e la povertà esistono, non c’e’ dubbio. Mi sono chiesta se sono diventata improvvisamente insensibile. Non credo. Ma la sensazione che ho e’ di una fertile attesa nelle persone. Una pazienza, un fluire, una capacità di gioire delle relazioni e del poco che c’è unita alla forza di afferrare l’occasione, l’attimo. Tutto assieme.
Ora qui in Kashmir, i volti sono diversi, la religione cambia, ma la luce nello sguardo e’ la stessa. Le donne velate qui saranno con noi sempre gentili, mai sospettose, sorrideranno con gli occhi come per chiederci: "Avete ammirato il paradiso terrestre, la nostra casa?". |
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Sringar - le case sull'acqua
Sono incantata, non credo ci sia un’altra definizione. Le
acque tranquille, le ninfee, queste barche casa dal sapore un po’ decadente, le
pagode che leggere galleggiano sull’acqua, i remi a forma di cuore. Colori,
paesaggi e volti si sovrappongoono nella mia mente per lasciare solo
leggerezza. Giovanni ed Elisabetta che si godono il tramonto sulla barca: un
poco li invidio.
La sera ci raccogliamo tutti su una barca per la cena, ma prima aperitivo con i gustosi fritti comprati al mercato e avvolti in carta di giornale. Spuntano, ammetto, anche due o tre birre. Fra e Nicola hanno fatto spesa per noi. Chiacchere, risate e foto ci traghettano fino alla cena. Credo che dormirò bene. Strano, non dormo mai... |
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Sky is the limit - Un abbraccio ad alta quota
Ora siamo qui AL PASSO, la piu’ alta strada carrabile al
mondo. Poi il passo dopo e il successivo e poi ancora uno, in un saliscendi che
ci ubriaca di luce.
E le bandiere, preghiere colorate per il mondo, che il vento le porti ovunque, perchè la verità e la gioia siano per tutti. Paesaggi meravigliosi ci accompagneranno nei prossimi giorni! Una coppia di ragazzi spagnoli ci sorpassa in bicicletta. Li ammiro, sono bellissimi! “Siamo partiti un mese fa senza una meta precisa, andiamo in bici fino a quando avremo voglia”. Ciascuno porta i suoi bagagli e cosi’ hanno fatto tutta la strada che a me è sembrata lunga in macchina. “E’ bello da portarselo a casa subito”, sussurra Maite. Non mi resta che annuire a questa sintesi perfetta. E noi siamo li abbracciati tutti assieme, a proteggerci l’un l’altro dal freddo e dal vento, con i pochi vestiti che abbiamo disposti con l’antico metodo “a cipolla” uno sull’altro a tenerci caldo. Eppure i nostri sorrisi sono gia’ piu’ ampi e rilassati. Siamo trasformati dal primo giorno. Magia indiana. |
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Differenze e somiglianze
Stiamo viaggiando sulle strade di montagna che ci
porteranno attravero il Ladakh.
Ladakh o terra dei passi, oggi “Il piccolo Tibet”. Ladakh e Kashmir due terre di confine. Due popolazioni separate da diverse religioni e da somatismi differenti: una araba, l’altra orientale, una con un solo Dio, una con una pluralita’ di Divinita’ e Buddha, che ancora non so definire. Ai miei occhi ad unirli sono i movimenti aggraziati, i colori del vestire, le acque che attraversano le loro terre, i sapori, il cielo blu come non vedevo da anni. E la bellezza. Ho visto persone belle tutto attorno a me, qualcosa che risplende oltre, con questi occasionali occhi chiari che ti assorbono quando ti catturano. A dimostrare che la distanza tra differenze e somiglianze e’ spesso apparenza ci aiuta Stefano, italiano doc, che una volta indossato il suo nuovo copricapo kashmiro, sembra un maestro intellettuale del luogo. Perfettamente integrato. |
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Il Buddismo
Ci siamo districati tra statue di Buddha del presente del
passato e del futuro. Buddha della compassione, il Buddha principale con le 5
(o sei?) statue di Buddha sul capo (oddio non mi ricordo più!), le forme
terribili che esprimono potenza, capacita’ di combattere, una buona dose di
aggressività. Kali e le forme femminili di Buddha. Ho lasciato uno dei miei
tre semi di loto al monaco guardiano del Buddha scolpito nella roccia. Un pezzo
di Kashmir in Laddakh.
E tutte le mille forme in miniatura da riportare a casa, da cui Lara ha estratto il magico “Thinking Buddha” . E ancora la Ruota della Vita, i canti, le danze e i tre anni tre mesi e tre giorni di meditazione, far girare le preghiere nei templi, le donne monaco, la reincarnazione, i prigionieri in cina, i bodhisattva e l’abbraccio, tutto per me, del monaco al tempio. OM MA NI PAD MA HUN, la preghiera per tutti. Grazie, grazie, grazie alla nostra guida che ha provato e riprovato senza mai stancarsi a chiarirci tutto. Credo ci vorrà qualche altro viaggio ma è un buon inizio. Grazie, grazie, grazie ai miei compagni di viaggio che mi hanno lasciata tradurre anche quando potevano farne a meno. Non ci crederete ma alcuni pezzettini di me sono andati al loro posto, come se alcune delle cose fatte negli ultimi anni avessero trovato improvvisamente una loro collocazione. |
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Il mandala di sabbia
“Ci sono Quattro tipi di mandala: il mandala disegnato,
il mandala di sabbia, il mandala in tre dimensioni e il mandala mentale.
Di questi il secondo sottolinea l’impermanenza”. I nostri occhi sono incantati ad osservare il perfetto mondo di sabbia che i monaci stanno creando; quasi tratteniamo il respiro per non disturbare I movimenti aggraziati e precisi che definiscono i contorni del popolo del mandala. Qualcuno scatta una foto. Vogliamo almeno un ricordo del capolavoro che, una volta terminato, avrà solo pochi giorni di vita. Poi le pietre torneranno al fiume, per ricordare che ciò che siamo e facciamo non è “per sempre”. E si farà festa. Mi distraggo e penso a casa. Sarò mai capace di lasciar andare ciò che non mi rappresenta più? e per essere cosa, DOPO? |
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Magia tantrica
Abbracci appassionati, intensi, a molte braccia, colorati!
Abbracci tantrici insomma.
Pur conoscendo poco di questo mondo, era impossibile non aprire il cuore. Una tradizione che vede il primo maestro tantrico chiamato da un sovrano per sconfiggere dei demoni troppo forti per i suoi saggi. L’unico a portare il tridente, a raccogliere passato, presente e futuro. Quale altra religione ammette di aver avuto bisogno di un aiuto da altrove? Il buddhismo che accoglie il potere del tantrismo e lo fa proprio, per ringraziare dell’aiuto ricevuto. Una storia che racconta la dedizione dei discepoli: con la pratica, imparano a percorrere distanze di mesi in pochi giorni e a camminare sugli arcobaleni. Nuovi maestri che dormono in tane di tigri. “Mi piacerebbe poter camminare su un arcobaleno, ma per questa vita mi accontenterò delle macchie d’olio sul marciapiede”. La mia forza e’ sempre stata la fantasia, non la dedizione. |
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"L'iconografia erotica, uno degli aspetti più eclatanti, fraintesi e deprecati del Tantrismo, non è un invito all'abuso della sessualità, ma un avvertimento a viverla in una dimensione sacra ove l'amplesso non sia finalizzato al normale orgasmo o alla procreazione, bensì alla realizzazione dello stato divino di piacere ineffabile del "due in uno" che è la radice stessa dell'esistenza, quel fremito misterioso, potente e incoercibile che i greci chiamarono Eros, il motore dell'universo". M. Albanese.
"Il fremito, luogo della creazione e del ritorno, è privo di ogni limite perchè la sua natura è priva di forma" D. Odier.
"Il fremito, luogo della creazione e del ritorno, è privo di ogni limite perchè la sua natura è priva di forma" D. Odier.
Pratica, l'arte della pazienza
La nostra guida, Righi per gli amici, ha fatto un altro
miracolo. Ci ha portato qui, in questo piccolo monastero, quasi al tramonto,
prima dell’ora di chiusura. Aspettiamo che tutti se ne vadano: ha guadagnato
per noi il privilegio di una meditazione al tempio.
Uno per colonna. Ordinati. Qualcuno in parete.
Finiamo in 5: Fra, Checca, Francy piccola, Elena ed io. Dopo 45 minuti. Di sofferenza e piacere. Sembrava di essere in “Mangia Prega Ama” con la mosca avversaria (o maestra?) che girava ronzando con aria sospetta, le anche che fanno male, “la schiena diritta staccata dalla parete” come suggerito da Righi, il formicolio alle gambe.
Nella testa ritorna la voce della mia insegnante di yoga “muovi il minimo se devi muovere, senza disturbare”.
Il gong che con il suo canto profondo, fa vibrare l’anima. Sentirsi sostenuti dal luogo in cui molti prima di te sono stati fermi, a confronto ed in intimità con se stessi.
E ogni tanto quello stato di grazia, il respiro che quando ti prende ti regala periodi di completa presenza (o assenza?).
Mi rammento il mio maestro Radames che diceva, “La meditazione accade. Quando guardi il mare e ti senti mare”. ASPETTO. Ora che comincio ad apprendere la pazienza indiana.
A proposito, Nicola: dove sono le foto che testimoniano la nostra dedizione?
E una domanda all’universo: ma tutte queste giovani fanciulle che senza aver mai praticato nulla sono restate sedute 45 minuti quanto sono avanti?! Le confezioni già cosi’ le nuove generazioni?
Uno per colonna. Ordinati. Qualcuno in parete.
Finiamo in 5: Fra, Checca, Francy piccola, Elena ed io. Dopo 45 minuti. Di sofferenza e piacere. Sembrava di essere in “Mangia Prega Ama” con la mosca avversaria (o maestra?) che girava ronzando con aria sospetta, le anche che fanno male, “la schiena diritta staccata dalla parete” come suggerito da Righi, il formicolio alle gambe.
Nella testa ritorna la voce della mia insegnante di yoga “muovi il minimo se devi muovere, senza disturbare”.
Il gong che con il suo canto profondo, fa vibrare l’anima. Sentirsi sostenuti dal luogo in cui molti prima di te sono stati fermi, a confronto ed in intimità con se stessi.
E ogni tanto quello stato di grazia, il respiro che quando ti prende ti regala periodi di completa presenza (o assenza?).
Mi rammento il mio maestro Radames che diceva, “La meditazione accade. Quando guardi il mare e ti senti mare”. ASPETTO. Ora che comincio ad apprendere la pazienza indiana.
A proposito, Nicola: dove sono le foto che testimoniano la nostra dedizione?
E una domanda all’universo: ma tutte queste giovani fanciulle che senza aver mai praticato nulla sono restate sedute 45 minuti quanto sono avanti?! Le confezioni già cosi’ le nuove generazioni?
Taj Mahal
Tornati nel mondo mussulmano, vengo trascinata la Taj
Mahal anche se era l’ultimo dei miei pensieri. Avrei preferito un giro al
mercato, per vivere un po’ di vita reale.
E invece eccomi qui. Ad ammirare un’opera perfetta ed incompiuta. Perfetta nella sua simmetria, incompiuta perche’ il figlio del Sultano e’ intervenuto ed ha imprigionato il padre prima che potesse costruire una uguale struttura, ma in pietra scura, sull’altra riva del fiume. Troppe spese. E nel frattempo ha eliminato un paio di fratelli: le sorelle no, bastava imprigionarle o farle sposare. Quale privilegio. Però dalla lussuosa prigione l’uomo poteva ammirare il capolavoro realizzato per l’amata regina, defunta di parto al quattordicesimo figlio. E io mi chiedo ad alta voce “Ma fermarsi a 13 portava sfortuna?”. La guida mi guarda male, che capisca l’italiano? Allora aggiungo “Beh anche Enrico ottavo decapitava le mogli...”. Ecco parità di miseria tra oriente ed occidente. Dopo 8 anni l’uomo è morto e io chiedo alla guida “Ma e’ stato ucciso anche lui dal figlio?”. Mi risponde “Certo che no, era suo padre”. Beh l’amore filiale può avere diverse sfumature, in fondo. |
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